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25 luglio 2012 3 25 /07 /luglio /2012 17:50

l tennis italiano ha forse trovato la sua stella: ha 16 anni e, tra gli juniores, ha vinto nel solo 2012 ben 4 tornei, di cui un grado A. E non un grado A qualunque: infatti il ragazzo marchigiano ha vinto il Torneo Bonfiglio a Milano. Primo nella categoria under-14, proiettato subito verso un grande salto che l'ha messo a confronto con ragazzi di 18 anni, da cui perde in esperienza e forza fisica. La cosa non sembra preoccupare Gianluigi Quinzi, che ha mostrato anzi una forza mentale fuori dal comune, tenendo testa a ragazzi più grandi e grossi di lui. Adesso è numero 3 del mondo e dal Bonfiglio di Milano è passato anche per il Roland Garros (dove ha perso al terzo turno), e a Wimbledon. Sull'erba londinese Quinzi ha giocato un gran tennis, spingendosi sino alle semifinali e tenendo testa al numero 1 del mondo Saville. Insomma un'annata da favola per quello che sembra destinato a diventare uno dei più grandi giocatori del tennis italiano: a memoria d'uomo non si ricorda un italiano che abbia fatto così bene tra gli juniores, così giovane soprattutto. Speriamo allora che il ragazzo tenga botta per questi altri due anni: essendo adesso già numero 3 del seeding, crediamo che da qui a breve l'italiano potrebbe conquistare la vetta della classifica juniores.

Gli exploit di questo ragazzo riportano l'attenzione sull'annosa questione che rende difficile l'esplosione dei tennisti italiani: in Italia la carenza di giocatori, tecnici e infrastrutture porta i giovani campioni ad emigrare all'estero. Quinzi si allena con Bollettieri in Florida; stesso discorso vale per altri campioni o promesse italiane, come la Errani, che si allena a Barcellona o la Giorgi, a Miami. Per esser forti si emigra: storia comune un po' in tutti gli ambienti sociali dell'Italia d'oggi. Non vogliamo esser pignoli, però certo bisognerebbe favorire il talento che l'Italia possiede a livello giovanile. Speriamo che sulla scia di questi giovani che tanto bene stanno facendo al tennis italiano si possa migliorare, da subito, le nostre strutture, in modo di garantire ai nostri campioncini in erba un modo per esser grandi restando vicino alle proprie famiglie.

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